Nella Missione dell’Associazione Fuoco Sacro, spostata con Sumak Kawsay, possiamo approfondire il significato di vivere una “buona vita” o “vivere in benessere”, riscoprendo l’importanza di prendersi del tempo per chiarire il proprio scopo attraverso il rapporto con la comunità e con il mondo naturale.

Essere in armonia in tutte le relazioni è ciò che porta al benessere e al ricco senso di realizzazione che spesso viene rimandato o cercato nei nostri tempi moderni. I nostri antenati compresero la necessità di avere una relazione con l’osservazione, l’ascolto diretto e la possibilità di essere guidati da uno scopo sincero e chiaro.

Lo scopo è ciò che alimenta il nostro desiderio di impegnare la nostra vita e le comunità in cui viviamo con rinnovata vitalità e riverenza. La modernità può essere descritta come l’incessante “affaccendarsi” che offusca i nostri occhi, rendendoci difficile guidare noi stessi e gli altri con una visione chiara o un senso di direzione:

Cosa ti fa sentire vivo come individuo?
A quali potenziali non vissuti ti senti chiamato dal profondo?
Qual è la visione autentica che voglio condurre sia per me stesso che per gli altri?

Gli antenati e gli anziani che guidano la nostra tradizione ci hanno insegnato che possiamo trovare le risposte a queste e altre domande che abbiamo nei nostri cuori, costruendo insieme alla nostra comunità e ai membri dell’associazione il tempo per immergerci profondamente nella natura. La Ricerca della Visione è così una creazione condivisa di un tempo speciale, dove torniamo a vivere un proposito in comune, “il” proposito della salute.

Gli anziani Nativi d’America scoprirono il valore trasformativo nel fare del tempo per digiunare dal cibo, dall’acqua e dalla socializzazione, e nel farlo, entrare nella Solitudine.

La Vision Quest ci connette profondamente alla Natura, amplificando i nostri sensi in modo che, come una torre radio, la nostra mente possa sintonizzarsi con lo scopo e le istruzioni per le nostre vite che vengono costantemente messe in disordine o interrotte dal rumore del mondo moderno.

Riconnettendoci, riscopriamo anche la resilienza innata dell’essere umano. Ricordiamo che la lunga linea di antenati, la cui vita abbiamo ereditato, è stata in grado di resistere al freddo, al caldo, alla pioggia ed al silenzio.

Scopriamo che anche noi possiamo farlo, e questo espande la nostra capacità di accedere al coraggio necessario per affrontare le sfide della vita, perseguire il nostro scopo e, soprattutto, essere più pienamente noi stessi.

Il modo in cui conduciamo la nostra vita diventa una forma di preghiera. Prendendoci il tempo per riconnetterci con noi stessi e facendolo in una relazione più profonda con la comunità e la natura, la nostra Presenza diventa una voce per essere in pace con noi stessi. Un dono che possiamo portare nella nostra comunità, nel nostro lavoro e in un mondo umano che ha sete di maggiore consapevolezza.